Neverwinter Nights Wiki
Advertisement

Garaath Fell’k – Anno 1309 dal Tradimento del Ragno


Il rumore del ferro, i fischi dei dardi e le proiezioni pirotecniche delle varie magie drow erano apparentemente cessate nelle strade di Ghraath Fel’k. Gli scontri per oggi parevano essere giunti al termine.

Un manipolo di drow e demoni, probabilmente proveniente del casato Kalfeyn, aveva teso un agguato a un gruppo di cavalieri e così quello che doveva essere un raid al fine di catturare gli schiavi era diventato un combattimento all'ultimo sangue. Alla fine le Lucertole erano riuscite a prevalere, ma le perdite fra i gli stessi cavalieri erano state notevoli.

Ripresisi dall’improvviso attacco e svoltato l’angolo, dietro il quale il panorama era sempre lo stesso con stuoli di cadaveri a ricoprire la strada come funghi in un campo e gruppi di razziatori di che cercavano di impossessarsi di tutto il possibile dai resti immobili dei caduti, notarono una casa senza porta che pareva essere abbandonata.

Un ottimo luogo per una breve sosta.

All’interno tutto era stato bruciato e saccheggiato e una femmina drow con il petto lacerato da profondi segni di artigli giaceva immota a terra con in volto una maschera di rabbia e dolore e tra le sue gambe una singolare scena. La femmina prima di morire aveva rilassato i tessuti e rilasciato quel che portava in grembo.

Il piccolo elfo scuro si torceva e si lamentava tra le feci espulse durante l’ultima agonia dalla madre e lottava con tutte le sue forze, dimenandosi ed emettendo sordi mugolii, per non soffocare ricoperto dalla placenta e ancora attaccato alla femmina morta per il cordone.

Dopo un attimo servito per mettere a fuoco la scena Taeryn, al comando del manipolo di drow, recise il cordone che legava il bimbo alla madre e, una volta pulitolo alla meno peggio e avvoltolo nel piwafwi, esordì con un ghigno: “Bene abbiamo appena trovato un altro schiavo... mi domando quanto possa essere pagato un infante”.


Garaath Fell’k / Sharass Theyl – Anni 1309/1335 dal Tradimento del Ragno – Sede delle “Lucertole Dorate”


X’artar, quello era il nome che fu scelto per il piccolo drow, crebbe allevato dallo stesso Taeryn con polso di ferro alla stregua di uno schiavo di razza inferiore, venendo allo stesso tempo indottrinato nell’arte militaresca dallo stesso, il quale sfogava sul giovane X’artar la sua frustrazione dovuta al fatto di dover passare il suo tempo a far da balia ad un marmocchio piuttosto che spendendo i soldi guadagnati in qualche bordello a Sharass Theyl.

Taeryn malediceva il giorno in cui lo aveva portato con se salvandolo dal suo destino pensando che se non lo avesse mai fatto arrivare al quartier generale Tzirik non gliene avrebbe mai affidato le cure e l’indottrinamento.

Dal fisico esile nel quale risedevano muscoli tonici e pronti X’artar adeguò il suo stile di combattimento alle sue caratteristiche preferendo la furbizia e la malizia per poter affrontare gli avversari unite alla sua coordinazione e alla capacità comune al più dei drow di confondersi alla perfezione con il grigio che ammantava quell’ambiente privo di qualsiasi illuminazione. Anche i suoi occhi innaturali, grigi e aridi, e il fatto che radesse i capelli senza lasciarne traccia sul capo rendevano il compito di individuarlo, per chiunque non fosse stato dotato di una vista tanto adattata all’oscurità, pressochè impossibile.


Garaath Fell’k – Anno 1335 dal Tradimento del Ragno – Compagnia Mercantile “La stella Morta”


Il ricognitore che era andato a sondare il terreno e le difese dal magazzino li raggiunse nell’ombra dove erano in attesa del suo rapporto.

A quanto pareva le difese erano scarse, solo tre uomini di sentinella e nessun rumore dall’interno dell’edificio, del resto era l’ora della Morte Silente e si sperava che ogni tanto anche i drow chiudessero occhio. Forse i mercanti non si aspettavano nessuna conseguenza al rifiuto della “protezione” così generosamente offerta dalle Lucertole.

X’artar ammantato nel piwafwi, logoro ma funzionale allo scopo di nascondere le armi che trasportava, ed un cappuccio, altrettanto logoro, si avvicinò alle guardie con passo lento e trascinato.

“Che ci fai qui??! Vai via miserabile, nn vedi che è territorio privato??” disse una di quelle, indicando l’insegna mercantile esposta fuori al magazzino. Il drow malconcio in risposta allungò una mano a palmo alto e tremolante verso quello che gli stava venendo in contro: “Solo qualche moneta amico... solo....”.

La sentinella fu inaspettatamente avvolta in un globo di tenebre e le altre due prima che potessero rendersi conto di quel che stava succedendo furono raggiunte da raffiche di quadrelli che impedirono loro di ragionare o fare altro, mentre un pugnale conficcato nel collo del terzo aveva azzerato le difese dell’edificio che fu presto bruciato.

Se qualcuno fosse sopravvissuto ci avrebbe pensato più a lungo prima di rifiutare un’altra proposta.

Il suo primo incarico era stato eseguito senza nessuna complicazione ed ora aspettava solo la sua retribuzione.

“Il figlio di Lolth ti ha strappato alla morte quando eri appena nato. Onoralo, servilo e ringrazialo per quello che ti ha offerto” gli aveva detto Tzirik porgendogli un monile raffigurante un guerriero con sei braccia, identiche a quelle di un ragno, che brandivano altrettante e diverse armi quando lo vide entrare illeso nella sua stanza “e per quello che continua ad offrirti” aggiunse lasciando con un sogghigno un sacchetto di monete sonanti cadere sul tavolo.

X’artar accettò entrambi i doni ben sapendo che qualsiasi rapporto nella civiltà dei drow è solo uno reciproco scambio o sfruttamento che cessa quando non ce n’è più bisogno, perfino il rapporto con un Dio.

Advertisement