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Caratteristiche[]

Felyn’roos del casato Shaek’al Haktryn e’ figlio della sacerdotessa Moridrien, magistra dell’accademia di Lloth e secondogenita della Matrona madre Lyrianel.

Alla nascita, sembrava essere più gracile e debole della norma e, per questo motivo, gli fu affidato il nome Felyn’roos che nella lingua degli Ilythiiri significa “Bambino Debole”.

Attualmente egli è un giovane Ilythiiri, basso e magro, ma dotato di buona agilità e controllo del corpo. Di aspetto discretamente piacevole e dalla nera pelle color ossidiana. Lisci capelli, bianchi come l’avorio, crescono lunghi e folti; spesso è solito portarli legati da un semplice nastrino. Un altro elemento particolare del suo aspetto, il quale colpisce non poco un osservatore ilythiiri, sono i suoi occhi azzurri chiarissimi, quasi bianchi. le pallide pupille, differenti dal colore tipico degli occhi ilythiiri, sono uno specchio del suo animo freddo ed imperscrutabile.

Di indole solitaria, si mostra facilmente disponibile e remissivo nei confronti degli ordini impartitigli da membri della sua famiglia di rango superiore al suo, specialmente se di sesso femminile. Il suo carattere, forgiato nei primi anni della sua vita, non esprime piena e totale devozione nei confronti del casato ma, nonostante ciò, sembra comprendere a fondo il modo in cui un jaluk deve comportarsi nella società ilythiiri. nel suo animo alberga una perenne insoddisfazione, dettata dalla posizione gregaria all’interno della famiglia e dalla perenne paura nei confronti della Matrona e delle sue figlie; paura che spesso egli stesso cerca di mascherare con semplice sottomissione e rispetto.

E’ solito indossare, in presenza di altri, un amuleto rappresentante il simbolo della dea aracnide. Inoltre, sul bicipite destro, porta tatuata una immagine stilizzata, in diverse tonalità del viola, rapresentante il simbolo della dea.


Background[]

“Lloth tlu malla”, erano state le ultime parole della Matrona Lyrianel, dette accarezzando il ventre della figlia in maniera insolitamente gentile, alcuni giorni prima del parto. “Lloth sarà compiaciuta”, queste erano le speranze della vecchia Ilharess, sperando che la figlia secondogenita, Moridrien, desse alla luce una Jalil. Quale ironia della sorte fu, per tali aspettative, veder nascere un piccolo e magro Jaluk. La dea aracnide, ancora per una volta, non era stata favorevole al casato. Uno sciocco Jaluk dagli strani occhi chiari era nato, il quale per di più non sembrava promettere nulla di buono. “Felyn’roos”, sarà il suo nome, disse la nonna, “così che tutti possano conoscerti prima ancora di vederti.” Una sentenza di morte annunciata, su una giovane creatura appena nata. Un Jaluk, inadatto al combattimento ed alla procreazione, poteva essere anche peggio di una maledizione della dea.

Cosa salvò il piccolo dalla morte certa, per mano dei suoi stessi parenti, fu probabilmente l’esser nato da una figlia della Ilharess e non dalla matriarca stessa. Alcune famiglie Ilythiiri, per riguadagnare il favore della dea, non si sarebbero fermate di fronte alla possibilità di sacrificare un loro stesso membro. Ma Moridrien, prevedendo un possibile utilizzo del figlio a suo favore, si adoperò per salvarne la vita.

Il tatuaggio stesso e l’ostentata fede nella dea ragno gli furono duramente imposti dalla madre, per salvaguardarne la vita e giustificarne l’esistenza agli occhi delle altre jail della famiglia.

I primi anni di vita del piccolo non furono felici, come potrebbero essere quelli per i figli nati da famiglie nobili in altre società viventi in suerficie. Appena fu capace di parlare e di camminare senza difficoltà, cominciò il suo duro addestramento alla vita. Era piccolo e magro, bisognava renderlo quanto meno resistente alle angherie familiari. Le prime lezioni di combattimento gli furono impartite dal Qu’el’saruk Dran’Quiral il quale era suo nonno, senza che Felyn’roos lo sapesse. Nonostante fosse fisicamente poco dotato, Felyn’roos imparò dal maestro d’armi ciò che poteva sfruttare per salvare la propria pelle; l’esperto combattente infatti è noto per la sua abilità nel parare i colpi avversari e per la sua agilità nello stile di combattimento difensivo.

Fondamentali furono, però, gli insegnamenti dati dall’esempio di vita degli altri Jaluk della famiglia. L’esistenza di un maschio, nella società drow, è esclusivamente nelle mani delle femmine della casata. Finché un jaluk, con le sue abilità e con la sua sottomissione, compiace la Matrona e le sue figlie, godrà di un certo rispetto all’interno della casata.

L’unica possibilità di riscatto per uno come lui, considerato sin dalla nascita come l’ultima ruota del carro, era quella di entrare a far parte come allievo presso l’accademia della guerra, Darek Thermak. Il prestigio conferito dal successo negli studi bellici, avrebbe fatto di lui un jaluk apprezzato e sicuramente risparmiato ancora, per la sua utilità.

Felyn’roos in realtà, sapeva perfettamente di non essere portato al combattimento; le uniche cose di cui era capace erano lo sfruttare la sua corporatura esile e la sua agilità, volgendole a suo favore. Destrezza ed abilità con le mani erano il suo punto forte. Lo sarebbero state anche nell’accademia?

Una cosa era certa, la madre appoggiava la scelta del figlio, sperando che un giorno o l’altro l’averlo risparmiato si sarebbe rivelato utile. Forse gli anni spesi dal Maestro d’armi non erano stati completamente inutili e magari, un giorno, quel debole bambino sarebbe stato un ottimo Qu’el’velguk, utile in ogni evenienza.

La decisione fu presa, Felyn’roos, una volta terminato l’allenamento casalingo, sarebbe entrato nell’accademia delle arti belliche di Sharass’Teyl.

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